Autotrasporto, lo stato di agitazione è sempre più vicino. E intanto inizia ad aleggiare lo spettro dello sciopero
Dure le reazioni dell'assemblea nazionale FAI. Sono troppi i punti critici che ancora non sono stati risolti, dalle misure del PNRR alle problematiche del Brennero
Che la situazione stesse diventando rovente in seno al settore dell’autotrasporto lo si era capito dai toni con cui Fai-Conftrasporto aveva annunciato qualche giorno fa l’assemblea nazionale, che si è svolta poi questa mattina, per affrontare le problematiche di un settore in piena emergenza, caratterizzato da un malcontento generalizzato e situazioni sempre più tese praticamente ovunque in Italia, anche a causa delle complicazioni economiche dettate dalla pandemia. Tanto che, a margine dell’incontro, i delegati Fai-Conftrasporto si sono già detti “pronti a proclamare lo stato di agitazione”.
Ma non solo: anche lo spettro di un nuovo sciopero è iniziato ad aleggiare sull’autotrasporto. L’associazione di categoria, infatti, non esclude ipotesi di fermo che tra l’altro, condividerà con Unatras – l’unione delle associazioni della categoria – che si riunirà proprio nei prossimi giorni. “Troppi gli argomenti lasciati senza risposta”, sottolinea il presidente Fai-Conftrasporto Paolo Uggè.
Autotrasporto, i nodi sono arrivati al pettine. Possibile sciopero in arrivo?
Nella nota con cui l’associazione di categoria ha commentato l’assemblea nazionale, sono stati stilati i punti critici che continuano a interessare il settore nonostante gli sforzi eroici compiuti per garantire gli approvvigionamenti durante la crisi pandemica. Nello specifico:
- non è previsto alcun tipo di finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
- non c’è alcuna chiarezza sui trasferimenti per il settore, indispensabili alle imprese per stare sul mercato;
- non c’è stato un passo avanti sulla questione delle limitazioni ai Tir al Brennero, nonostante la violazione del principio di libera circolazione sancito dall’Unione Europea;
- non è stata risolta la drammatica inefficienza delle Motorizzazioni civili, che vanno potenziate (in particolare occorre garantirne la piena funzionalità sulle revisioni) anche attraverso la privatizzazione di alcuni servizi.
Si è invece alzato il livello di tassazione, con clamorose forzature e paradossi, come:
- l’introduzione del contributo aggiuntivo a favore dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART).
- la tassazione dei ristori riconosciuti agli autotrasportatori per i disagi conseguenti al crollo del ponte Morandi.
In arrivo azioni di protesta “mirate”
“In tutti questi mesi – dichiara il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè – è totalmente mancato un confronto vero con il Governo e non sono ancora state definite le deleghe ai viceministri, indispensabili per entrare in concreto nei problemi dei trasporti e della logistica. Se non vengono affrontati i temi specifici, il rischio che la categoria assuma azioni di protesta spontanea è fortemente presente”.
“Senza un confronto, la protesta sarà inevitabile – avverte il presidente di Fai-Conftrasporto – Dall’autotrasporto siciliano a quello che opera nei trasporti internazionali, eccezionali, agli operatori ai quali vengono tassati i ristorni assegnati loro per i danni subiti per le conseguenze derivanti dalla situazione generatosi a Genova dopo il crollo del ponte Morandi, il malcontento è forte”.
L’Assemblea, alla quale hanno partecipato tutte le sedi territoriali in rappresentanza di migliaia di imprese, ha dato mandato alla presidenza di Fai-Conftrasporto di attivarsi per organizzare, anche attraverso un confronto con le altre associazioni aderenti a Unatras, iniziative di protesta mirate.