L’ulteriore rincaro che ha interessato il costo dei carburanti, causato dal combinato disposto degli aumenti sul costo dell’energia (che già nel 2021 avevano interessato tutta la filiera globale) e dalla guerra in Ucraina che ha stravolto le quotazioni di numerose commodities (tra cui grano, gas e soprattutto petrolio), rischia seriamente di mettere in ginocchio l’autotrasporto, da mesi in affanno e sull’orlo della protesta generalizzata, come sottolineato dalle iniziative spontanee che erano dilagate in tutta Italia poco prima del raggiungimento dell’accordo tra Unatras e MIMS (nella persona della viceministra Bellanova).

“L’insostenibile aumento del carburante, che ha portato in questi giorni a un costo del gasolio superiore ai 2 euro al litro, continua a scuotere il mondo dell’autotrasporto. Le risposte del Governo, con la manovra da 80 milioni in termini di crediti di imposta e interventi sui pedaggi, che nulla incide sui rincari vertiginosi del gasolio, è stata benedetta dalle vecchie associazioni di rappresentanza ma non ha portato risultati di nessun tipo per chi ogni giorno trasporta merci sulle strade italiane”. Così la nota con cui l’associazione di piccoli e medi imprenditori dell’autotrasporto Ruote Libere ha esordito, commentando la drammatica situazione che ha investito il comparto italiano e criticando le misure adottate a sostegno della categoria.

Autotrasporto, a Lucca le prime mobilitazioni sul campo per il caro-carburanti

Una situazione potenzialmente esplosiva, tanto da portare Ruote Libere a promuovere sul territorio nazionale una serie di incontri con gli imprenditori per cercare di coordinare iniziative comuni. A tal proposito nella mattinata del 6 marzo si è tenuta una riunione nel comune di Porcari (Lucca), coordinata dai noti autotrasportatori, Alessandro Giannasi e Beppe Cinquini. Erano presenti 45 imprenditori della provincia di Lucca che – con oltre 400 autocarri – rappresentano circa il 70 per cento della aziende di autotrasporti di questa provincia Toscana.

Dopo il riconoscimento delle difficoltà oggettive che attanagliano il settore e che potrebbero portare sull’orlo del fallimento numerose imprese, l’assemblea ha concordato la prima misura concreta per cercare di arginare le conseguenze degli aumenti. Gli imprenditori di Lucca, come è stato sottolineato nella nota di Ruote Libere, hanno dunque concordato di far partire una lettera ai propri committenti per chiedere un adeguamento tariffario proporzionale all’aumento del gasolio. A metà settimana si terrà quindi una seconda riunione per fare il punto sulle risposte ricevute e per agire di conseguenza con azioni comuni.

I veicoli pesanti potrebbero rimanere fermi nei piazzali

Il rischio, a questo punto, non è tanto quello di un blocco generalizzato del comparto, con proteste mirate a rendere difficoltosa la viabilità in Italia e la logistica degli approvvigionamenti quanto, piuttosto, l’oggettiva impossibilità per molte aziende di mettere in strada i mezzi dopo l’aumento del costo del gasolio (la voce che grava maggiormente all’interno delle finanze aziendali delle aziende di trasporto) che, di fatto, annulla qualsiasi margine, portando in alcuni casi perfino a situazioni in negativo. “E’ evidente infatti – ha sottolineato Ruote Libere – che nessuno intende bloccare irresponsabilmente un settore, come alcuni storici referenti delle vecchie associazioni hanno ventilato strumentalmente, ma l’insostenibilità stessa degli aumenti potrebbe portare alla incapacità delle aziende di mettere in strada i propri mezzi”.

“Oggi applicare alla committenza un aumento del servizio è vitale per affrontare l’emergenza. Ribadiamo parallelamente l’esigenza di un intervento strutturale che permetta di tagliare le accise – spiega la portavoce di Ruote Libere Cinzia Franchini -. La battaglia della nostra categoria è in realtà la battaglia di tutti, di imprese e famiglie perché il costo del carburante ha conseguenze dirette e indirette sull’intero Sistema-Paese”.

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