Autotrasportatori, trattorie chiuse: Conftrasporto e FIPE tornano sulla questione. Inviata lettera a Franceschini
Conftrasporto-Confcommercio e FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, tornano sulla questione spinosa delle trattorie chiuse, costrette a serrare le saracinesche come indicato nei Dpcm governativi, emanati per arginare i contagi da coronavirus e, per questo, impossibilitate a servire i pasti alla categoria che in questo momento ne ha più bisogno, quella degli autotrasportatori. Le due […]
Conftrasporto-Confcommercio e FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, tornano sulla questione spinosa delle trattorie chiuse, costrette a serrare le saracinesche come indicato nei Dpcm governativi, emanati per arginare i contagi da coronavirus e, per questo, impossibilitate a servire i pasti alla categoria che in questo momento ne ha più bisogno, quella degli autotrasportatori.
Le due associazioni di categoria hanno scritto una lettera a Dario Franceschini, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, nella quale sollevano una “questione che si sta dimostrando di particolare urgenza ed interesse per gli autisti del trasporto merci, il cui lavoro viene messo a dura prova quotidianamente dalla emergenza in atto, nonché per gli operatori del settore della ristorazione alla ricerca di soluzioni innovative per superare indenni l’attuale emergenza”.
Autotrasportatori senza pasto, l’appello di Conftrasporto e FIPE
La questione delle trattorie chiuse era già stata recentemente affrontata da FAI-Conftrasporto che, insieme alla rivista “Uomini e Trasporti”, aveva inviato una lettera ad Alberto Stancanelli, capo di gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al fine di sensibilizzare il dicastero competente su una problematica davvero delicata che, purtroppo, sta affliggendo tutta la categoria degli autotrasportatori, ma non solo. Numerosi ristoranti infatti sono stati multati, “colpevoli” di aver consegnato i pasti in cabina, mentre gli autisti aspettavano nei parcheggi.
“L’emergenza ha causato la chiusura di innumerevoli pubblici esercizi eliminando quei servizi indispensabili per chi vive tutto l’anno sulla strada – sostengono nella lettera Paolo Uggè, vicepresidente Conftrasporto-Confcommercio e Lino Enrico Stoppani, presidente FIPE. “La chiusura dei ristoranti, comprese le trattorie per gli autotrasportatori, oggi rappresenta un sentitissimo problema per gli autisti che proprio su di essi hanno sempre contato per gestire la propria quotidianità lontano da casa. Nondimeno la possibilità di continuare l’attività, pur sempre in modo limitato, per taluni imprenditori della ristorazione è divenuto assolutamente indispensabile per non scomparire”.
Il ministro Franceschini, che in questi giorni sta affrontando questioni delicate su tutti i fronti, dalla possibile riapertura dei musei e dei siti archeologici alle linee guida per garantire un estate in tutta sicurezza senza dimenticare le varie ipotesi di bonus vacanza per gli italiani, con la lettera delle due associazioni di categoria si ritrova quindi per le mani un’altra problematica di vitale importanza.
Pasti in cabina come consegne a domicilio, un servizio fondamentale
Poi le associazioni di categoria tornano proprio sulla questione delle consegna dei pasti in cabina, affinché questa modalità venga effettivamente considerata come consegna a domicilio – l’unica ancora consentita dai Dpcm – per evitare che le trattorie incappino, in un momento economicamente già complicato, in altre pesantissime sanzioni.
“Proprio dalla possibilità di coniugare l’esigenza di offrire un servizio utilissimo in questo momento e quella di poterne usufruire in modo diffuso sul territorio – viene sottolineato dai due firmatari – riterremmo necessario un Suo intervento, anche di carattere normativo, qualora necessario, che chiarisca in modo inequivocabile che il servizio di consegna di posti direttamente presso la cabina del camion sia equivalente al servizio a domicilio, consentito esplicitamente per legge. Rimane inteso che il servizio sarebbe organizzato nel pieno rispetto delle procedure di igiene e di sicurezza e soprattutto di contenimento oggi previste”.
Uggè e Stoppani concludono affermando che l’intervento del ministro Franceschini “sarebbe visto come un bel gran segnale in questo momento in cui gli imprenditori ed i lavoratori sono sottoposti ad una fortissima pressione; inoltre sarebbe coerente con quanto già fatto per esempio in Francia, dove il governo ha disposto una serie di deroghe per consentire l’apertura di alcuni esercizi per garantire la continuità del trasporto merci, fondamentale nella gestione della crisi del Coronavirus, tra cui per l’appunto anche quello relativo al «cibo da asporto» la cui modalità drive thru ad esso funzionale”.