La Legge di Bilancio che il Governo si prepara a sottoporre alle Camere potrebbe contenere un aumento delle accise sul gasolio di circa 11 centesimi al litro, per un totale di 72,8 centesimi. Un ritocco verso l’alto che sarebbe chiaramente penalizzante nei confronti delle aziende di trasporto, costrette nel caso la norma entrasse effettivamente in vigore a ritoccare a loro volta le tariffe.

Le associazioni dell’autotrasporto, la sigla Unatras su tutte, sono evidentemente in subbuglio sia per il ventilato aumento, sia per non essere state coinvolte nella decisione, ancorché provvisoria. Così, puntuale, scatta la minaccia di proteste. Innanzitutto, attraverso un comunicato emesso oggi, 8 ottobre, Unatras chiede al ministro Matteo Salvini un confronto per capire quali siano le reali intenzioni del Governo.

Unatras sul ventilato aumento delle accise sul gasolio

Se questo non dovesse accadere, ecco la possibilità di un fermo dell’autotrasporto, che metterebbe fine a un periodo, piuttosto lungo, di relativa quiete sul fronte delle proteste e delle rivendicazioni. “Allo stato attuale, le uniche notizie sul tema si apprendono dalle fonti stampa e non vi è stata alcuna condivisione delle informazioni con le principali rappresentanze del settore che in questi giorni registrano una forte agitazione delle imprese sui territori per ipotesi di penalizzazioni e aumenti dei costi a loro carico”, scrive Unatras nella nota ufficiale.

“Nonostante la richiesta di convocazione inviata nei giorni scorsi al Ministro Salvini, ad oggi si assiste al silenzio assordante da parte del responsabile del Dicastero dei Trasporti e nessuna parola è stata spesa a difesa di una categoria ritenuta da tutte le forze politiche essenziale e strategica per l’economia del Paese, qual è l’autotrasporto merci”.

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