Astra HD 9 8450, questa è la mia terra
Dopo la svolta attuata alla fine dello scorso decennio con la nona generazione del suo mezzo d’opera (la sesta dell’era Iveco) che di fatto aveva dato un volto nuovo al duro da cava Astra, pensionando la cabina con struttura a traliccio d’acciaio integrata con pannelli in vetroresina, la serie HD 9 targata Euro 6 si […]
Dopo la svolta attuata alla fine dello scorso decennio con la nona generazione del suo mezzo d’opera (la sesta dell’era Iveco) che di fatto aveva dato un volto nuovo al duro da cava Astra, pensionando la cabina con struttura a traliccio d’acciaio integrata con pannelli in vetroresina, la serie HD 9 targata Euro 6 si inserisce ovviamente nel solco della continuità e della tradizione del marchio piacentino.
Ciò significa che pur rimanendo saldamente ancorato alla logica della sinergia industriale con Iveco, l’HD 9 rimarca, e non soltanto stilisticamente, la differenza con il cugino torinese.
Vero è infatti che con il Trakker condivide la catena cinematica (motore Cursor 13 compreso, nelle tarature di 500 e 560 cavalli) e di fatto lo stesso guscio cabina (in attesa di ricevere a primavera la nuova plancia ridefinita nell’organizzazione e nello stile).
Ma dove la differenza con i diversi competitor si fa più evidente e tale da distinguere il modello piacentino, è nella struttura del telaio, realizzato in acciaio speciale (longheroni piani paralleli con sezione a C e larghezza di 820 millimetri), e nella geometria delle sospensioni (balestre paraboliche a tre foglie da 26 per 90 millimetri, con barra stabilizzatrice di serie sul primo asse). La tara che sale di un centinaio di chili va comunque a beneficio della robustezza e dell’impiego nelle mission più impegnative.
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