Con una nota ufficiale firmata dal segretario generale Claudio Donati, Assotir si schiera apertamente contro il fermo proclamato dall’associazione Trasportounito a partire dal 31 marzo e fino al 4 aprile. Nette le parole di Donati: “Dopo otto mesi di stallo governativo, proprio nel momento in cui il confronto istituzionale è finalmente ripreso, questa accelerazione verso lo scontro appare incomprensibile, al punto, paradossalmente, da rappresentare quasi un assist per chi, sia a livello politico e, ancor più a livello associativo, si oppone ad affrontare i nodi strutturali che affliggono l’autotrasporto”.

E ancora: “Il fermo nazionale è lo strumento estremo a disposizione della categoria, ed ha il valore politico di segnalare all’opinione pubblica l’insostenibilità di una condizione. L’uso sbagliato (ad esempio, quando è proclamato da una sola sigla) o la sua minaccia troppo a cuor leggero possono rivelarsi controproducenti. Inoltre, il fermo nazionale, anche quando unitario, non mai ha portato a provvedimenti immediatamente esecutivi, come dimostra la storia dell’autotrasporto italiano”, continua Donati.

Assotir crede ancora nel confronto con il governo

In ogni caso, lo stesso segretario generale considera il confronto avviato con il governo finora “deludente”. “I due provvedimenti presentati dal Ministero (quello relativo ai tempi di pagamento delle fatture di trasporto e quello che disciplina l’indennizzo per l’eccesso di tempo nelle fasi di carico e scarico delle merci) non spostano di un millimetro l’impostazione che finora ha impedito che queste stesse norme trovassero applicazione”. I problemi, insomma, rimangono sul tavolo, ma il modo migliore per affrontarli e cercare di trovare soluzioni non è, secondo Donati, andare allo scontro, bensì andare fino in fondo nelle sedi istituzionali, senza forzare la mano.

In primo piano

Articoli correlati