Ancora malumori per l’ex ILVA di Taranto, ora gestita dal gruppo franco indiano ArcelorMittal.

Dopo il recente annuncio della prosecuzione della cassa integrazione nei confronti di numerosi dipendenti per altre tredici settimane, si riaccendono le polemiche. Queste, riguardano i ritardi dei pagamenti delle fatture per le imprese di trasporto terze, che gestiscono le consegne della nota acciaieria pugliese.

Le associazioni di categoria del settore (Anita, CNA-Fita, Confartigianato Trasporti, Fai e Fisi)  hanno scritto una lettera rivolta alle istituzioni. Il tema sono le reiterate criticità che la categoria sta affrontando nell’operare con la multinazionale.

La lettera è indirizzata al Governo, al Mit e al Mise, ovvero alle figure del premier Conte e dei ministri De Micheli e Patuanelli.

“Il trasporto e in particolare l’autotrasporto rappresentano un fattore imprescindibile per garantire la continuità operativa delle acciaierie gestite da ArcelorMittal in Italia”

Questo ciò che si legge ad apertura della missiva, che prosegue:

“Queste, sono indispensabili per approvvigionare il ciclo produttivo delle necessarie materie prime e per garantire l’immissione sul mercato dei prodotti finiti e semi-lavorati”.

ArcelorMittal

ArcelorMittal, con l’autotrasporto un rapporto burrascoso

Problematiche che si erano già palesate lo scorso novembre quando, ormai esasperati, gli autotrasportatori avevano protestato con un nutrito presidio. Presidio rimpolpato, tra le altre cose, dai camion (fermi e spenti) degli operatori messi in fila di fronte ai cancelli dove passano le merci in entrata e in uscita del polo tarantino.

Nonostante le critiche passate, “la fornitura dei servizi di trasporto è sempre stata garantita dalle nostre imprese – sottolinea la lettera congiunta delle associazioni – con grande senso di responsabilità, pur dovendo sopportare oneri economici non dovuti. Oggi, in piena crisi, questi oneri sono divenuti insopportabili”.

“Infatti, oltre a dover registrare una revisione delle condizioni contrattuali peggiorative, che di fatto erode la già bassissima remunerazione delle nostre imprese e che comporta una assegnazione dei servizi oggettivamente fuori mercato, dobbiamo subire un forte ritardo nei pagamenti che può compromettere la sopravvivenza di molte imprese. Appare evidente come in questo modo la liquidità necessaria alle aziende venga a mancare”.

“La preoccupazione, poi, che i ritardi nei pagamenti si trasformino in mancati pagamenti è grandissima. Si profila all’orizzonte un incubo che i trasportatori hanno già vissuto con ILVA e la successiva gestione commissariale: fornire servizi caricandosi dei relativi costi e vedersi riconoscere, se va bene, solo minima parte di quanto a loro dovuto”.

Servono garanzie di tutela. Necessaria apertura tavolo di confronto tra le parti

“Gli imprenditori hanno assoluto bisogno di avere le necessarie garanzie che la loro attività venga tutelata anche rispetto a scenari futuri imprevedibili. Per questo ci appelliamo al Governo affinché si faccia portavoce nei confronti di ArcelorMittal delle esigenze sopra richiamate non potendo escludere, in caso contrario, che le imprese assumano iniziative di protesta che possano portare alla sospensione dei servizi offerti”.

“Ed ancora, abbiamo l’impellente necessità di ricreare un quadro di certezze minimo anche, come detto, per il futuro, con particolare riferimento ai crediti fino ad oggi accumulati dalle imprese che erogano servizi di trasporto. In tal senso un intervento del Suo Governo che migliori il quadro normativo di riferimento appare indispensabile. Per quanto sopra, si richiede l’apertura di un tavolo di confronto Governo, Azienda e Associazioni dell’autotrasporto”.

ArcelorMittal
Ansa – fotogramma

In primo piano

Articoli correlati