Albo, la grande epurazione. Crociata contro le iscrizioni fasulle
Su 101 mila imprese iscritte all’Albo nazionale degli autotrasportatori ben 22.574 sono in fase di cancellazione per quattro diverse tipologie di violazioni. Primo passo dell’opera di pulizia operato dal Comitato centrale che durerà a lungo e potrebbe, una volta completata, portare il numero complessivo delle aziende a ridursi in modo molto drastico, addirittura sotto le […]
Su 101 mila imprese iscritte all’Albo nazionale degli autotrasportatori ben 22.574 sono in fase di cancellazione per quattro diverse tipologie di violazioni. Primo passo dell’opera di pulizia operato dal Comitato centrale che durerà a lungo e potrebbe, una volta completata, portare il numero complessivo delle aziende a ridursi in modo molto drastico, addirittura sotto le 50mila.
Delle 22 mila già oggetto di cancellazione Claudio Donati, Segretario Generale di Assotir, dice: «Si tratta di posizioni che, nella stragrande maggioranza non corrispondono a imprese ancora operanti sul mercato, quanto piuttosto a posizioni provvisoriamente aperte e mai chiuse o ad attività reali ma di fatto cessate, senza che la Pubblica Amministrazione ne abbia preso atto, con relativa esclusione dall’elenco delle imprese iscritte. Colpevole senza dubbio è stato anche il susseguirsi di ‘riforme’ che hanno fatto viaggiare la responsabilità della tenuta dell’Albo dai vecchi comitati provinciali alle amministrazioni provinciali e poi, ancora, agli uffici provinciali della Motorizzazione, con l’affastellarsi di modalità operative non omogenee e, soprattutto, senza il coordinamento che in passato era affidato al Comitato centrale per l’Albo».
Per verificare il rispetto dei requisiti ci vorranno anni
Sono 12.130, il gruppo più numeroso, le imprese che non possiedono neppure un veicolo da oltre due anni, anzi talvolta addirittura da decenni. Mentre sono 6.343 quelle in stato di iscrizione provvisoria, che hanno presentato istanza all’Albo senza mai giungere a concludere il procedimento e a conseguire l’iscrizione definitiva dimostrando il possesso dei requisiti.
«In molti casi si può ipotizzare vi siano stati ripensamenti circa la con- venienza a intraprendere l’ atti- vità o a incagli di altro genere. Resta il fatto che tra queste 6 mila situazioni ve ne sono un buon numero in stato di provvisorietà sin dal 1978», spiega Donati. Ci sono poi 2.792 imprese che non hanno pagato il contributo di iscrizione all’Albo nel periodo 2012-2018. Infine, 1.309 si trovano nello stato di iscrizione sospesa da oltre due anni, perché hanno chiesto volontariamente la sospensione provvisoria dall’Albo o perché oggetto di sanzione disciplinare per un tempo analogo.
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