Al via la Dakar 2019. È duello tra Kamaz e Iveco
Soffia il vento della crisi sulla Dakar 2019. Quella che prende il via oggi da Lima, in Perù, è un’edizione in tono minore e in chiave ridotta del mitico raid inventato (nel 1978) da Thierry Sabine. Distanza totale da percorrere, poco più di 5 mila chilometri spalmati in dieci tappe, tutte nel Paese sudamericano, dal […]
Soffia il vento della crisi sulla Dakar 2019. Quella che prende il via oggi da Lima, in Perù, è un’edizione in tono minore e in chiave ridotta del mitico raid inventato (nel 1978) da Thierry Sabine. Distanza totale da percorrere, poco più di 5 mila chilometri spalmati in dieci tappe, tutte nel Paese sudamericano, dal 7 al 17 gennaio, con una sola giornata di riposo collocata a metà corsa.
Quarantuno i camion al via della competizione (tre in meno rispetto alla passata edizione): mai così pochi. Complessivamente saranno 334 gli equipaggi al via (167 tra moto e quad, 126 auto, e appunto 41 camion).
Eppure, malgrado i numeri, spettacolo e incertezza sul risultato finale in tutte le categorie potrebbero essere la costante di ogni singola tappa. Proprio perché, con sole dieci tappe e nemmeno seimila chilometri di corsa, sarà una gara sprint più che una maratona. Dunque, difficile da controllare.
Dakar 2019, Renault Trucks e Man possibili outsider
I primi cinque camion al via della frazione inaugurale (Lima-Pisco, 330 chilometri di trasferimento e 84 di prova speciale), scatteranno a due minuti di distanza l’uno dall’altro (a un minuto i restanti equipaggi).
Riflettori puntati sul rinnovato duello tra i favoriti d’obbligo del team Kamaz, con il russo Nikolaev a giocare di punta, e lo squadrone Iveco Petronas che mette in campo quattro Powerstar Evo 3 (motore Cursor 13) affidati al rientrante olandese De Rooy e ai connazionali Van Genugten e Van der Heuvel, con l’argentino Villagra intenzionato a cogliere quel massimo traguardo cullato ma sempre sfuggito nelle ultime edizioni. Nel ruolo di outsiders la pattuglia di Renault Trucks, Tatra, Liaz, Maz, Man e Hino.