A24-A25, scongiurato l’aumento del 34% dei pedaggi. Ma la decisione è stata solo posticipata
La decisione assunta per senso di responsabilità. Ma le critiche da parte del gestore nei confronti delle gestione governativa delle risorse sono numerose. Rincaro rimandato a luglio 2022
L’A24 e l’A25 non saranno interessate dal temuto aumento del +34% del pedaggio previsto per il prossimo 1° gennaio 2022. La sospensione dell’aumento del tariffario, deliberata dal CdA, è stata comunicata dallo stesso gestore autostradale Strada dei Parchi SpA. Come ha ribadito il gestore, la scelta, fatta per assicurare tariffe sostenibili per l’utenza, arriva “alla luce della perdurante inerzia del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili in merito alla approvazione del nuovo Piano Economico Finanziario (PEF)”.
Ma il rincaro è stato solo posticipato: l’applicazione effettiva delle nuove tariffe è infatti stata differita al 1° luglio 2022. Il CdA Strada dei Parchi ha comunque espresso “forte preoccupazione per il ritardo nell’avvio dei lavori di messa in sicurezza delle tratte autostradali”, in merito ai ritardi sull’applicazione della legge 228/2012 sul piano da applicare all’infrastruttura. Le due autostrade in questione (A24 e A25), va ricordato, si snodano nell’appennino del Centro Italia, collegano il Lazio all’Abruzzo (Roma-Teramo) e comprendono la più lunga galleria stradale a due canne d’Europa, ovvero quella che passa sotto il Gran Sasso di oltre 10 km di lunghezza (nella foto in apertura).
A24-A25, slitta l’approvazione del Piano Economico Finanziario da parte delle istituzioni
“La decisione – si legge nella nota di Strada dei Parchi SpA – è stata assunta per senso di responsabilità in considerazione della funzione svolta dalle tratte autostradali interessate che, a causa dello stato delle infrastrutture viarie delle regioni attraversate, appare il principale presidio in grado di assicurare il diritto alla mobilità dei cittadini, ponendosi quale fattore determinante per il sostegno alla ripresa economica in corso dopo la brusca caduta dell’economia nel periodo pandemico”.
“Tale scelta – tuona il gestore – si è resa necessaria a causa degli ingiustificati ritardi da parte del Ministero competente che, dopo 9 anni dall’approvazione della legge 228/2012 che ne prevedeva l’aggiornamento, a tutt’oggi non ha dato seguito all’approvazione del nuovo PEF previsto dal dettato normativo, né ha dato seguito alla sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022/19) che ne imponeva l’adozione entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019”.
In gioco investimenti per 6,5 mld €
“La mancata approvazione del Piano, nonostante le numerose proposte formulate e predisposte dal Concessionario secondo le indicazioni del MIMS, da un lato provoca il rinvio ingiustificato della realizzazione di investimenti per 6,5 miliardi, rinviando la messa in sicurezza della infrastruttura autostradale; dall’altro, genera un aggravio dei costi per la realizzazione delle necessarie opere di “messa in sicurezza urgenti” (MISU), così come censurato dalla Corte dei Conti (DM401/17), e produce un minore impulso al sistema economico che sta attraversando una delicata fase congiunturale di ripresa nei territori attraversati da A24/A25”.
“Nel salvaguardare la sostenibilità sociale nella gestione dell’infrastruttura e al fine di assicurarne una rapida ed efficace messa in sicurezza, nel rispetto delle norme contrattuali che disciplinano il rapporto di concessione”, viene infine sottolineato nella nota, “il Cda di Strada dei Parchi si dichiara disponibile, come più volte comunicato al Governo, per giungere finalmente all’approvazione del nuovo PEF e consentire così la messa a disposizione delle comunità regionali interessate, di una infrastruttura moderna, sicura e adeguata a sostenerne la crescita economica e lo sviluppo sociale”.