Un altro viadotto a rischio, l’ennesimo sul tessuto autostradale italiano. E la successiva chiusura al traffico pesante per la sua messa in sicurezza. Sembra un film già visto eppure è accaduto di nuovo. Nella stessa regione teatro dei tragici fatti del Ponte Morandi. Questa volta l’arteria ad essere interessata dal divieto di circolazione per mezzi pesanti sopra le 3,5 ton è l’A12 Genova-La Spezia, nel tratto compreso tra Lavagna e Sestri Levante in entrambe le direzioni. La scelta, presa da ASPI (Autostrade per l’Italia) di concerto con le strutture tecniche del MIMS, è arrivata a seguito dei sopralluoghi congiunti periodicamente programmati sulle infrastrutture della rete insieme alla Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia.

A12, la viabilità ligure è di nuovo in tilt

Nella nota del gestore autostradale si legge che le verifiche tecniche hanno appurato la piena stabilità dell’infrastruttura (il viadotto “Valle Ragone”) ma che, nonostante ciò, “è stata condivisa una carenza intrinseca del Valle Ragone rispetto ad alcune azioni previste dalla normativa attuale per la progettazione dei ponti di nuova costruzione che sono molto amplificate rispetto alle norme precedenti”. In queste ore sono ancora al vaglio degli ingegneri del Politecnico di Torino (l’Istituto Universitario preposto dall’ente concessionario) eventuali ipotesi di innalzamento del carico pesante transitabile. Anche se i mezzi leggeri possono continuare a transitare, il divieto resta ancora valido per i mezzi pesanti.

A12

Nel frattempo, come prevedibile, gli abitati di Sestri Levante e Lavagna sono stati travolti dalla fiumana di mezzi pesanti (a centinaia) costretti ad uscire dall’A12 ai caselli situati prima del viadotto e quindi obbligati a viaggiare sulla SS Aurelia, un’arteria non preposta ad accogliere un così alto numero di camion. Numerose le code che si sono create anche a causa delle scarse informazioni rilasciate agli autotrasportatori.

Situazione complicata in Liguria, l’autotrasporto alza la voce

Dure le reazioni delle associazioni di categoria del settore. Per Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere (la sigla che riunisce i piccoli imprenditori nel settore del trasporto in conto terzi), la chiusura del ponte “rappresenta l’ennesima intollerabile fotografia dello stato di insicurezza dei ponti italiani ed è la dimostrazione di come i danni da sopportare legati alla necessità di tamponare le situazioni di emergenza, vengano scaricati sempre sugli autotrasportatori i quali pagano un prezzo altissimo per responsabilità attribuibili ad altri” Si tratta, in sostanza, di una situazione “avvilente”. Anche perché “nulla si sa nemmeno sui tempi necessari per i lavori di adeguamento della infrastruttura. Da tempo gli autotrasportatori denunciano le condizioni visibilmente precarie in cui versano tanti viadotti italiani, compreso questo”.

Quindi, per aggirare il blocco nel tratto tra Sestri Levante e Lavagna, gli autotrasportatori sono costretti a sorbirsi lunghe code nel tratto di strada statale oppure ad allungare di svariate decine di chilometri (se non centinaia) la strada da percorrere, imboccando in direzione nord altri snodi autostradali.

Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito, oltre a ribadire gli enormi problemi di sicurezza – sia stradale che urbana, soprattutto nelle aree turistiche – venutisi a creare con il transito di centinaia di mezzi pesanti su strade non adeguate, ha sottolineato che quello in Liguria “è un problema enorme, una complicazione molto seria alla nostra produttività. Dal punto di vista logistico è un danno equivalente al crollo di ponte Morandi, facendo ovviamente tutte le differenze in termini di vite umane. Per un viaggio andata e ritorno vorrebbe dire 600 euro in più ogni camion, il doppio del normale. In pratica il trasporto non è più sostenibile, perché non il rincaro non sarà mai ripagato da chi spedisce la merce”.

“La situazione era già inaccettabile. Ora con le altre associazioni stiamo valutando una forma di protesta unitaria: cinque giorni di fermo dei servizi di autotrasporto in Liguria. Anche perché non stanno arrivando risposte sui ristori, non c’è alcun impegno da parte del Governo”, rincara la dose Tagnochetti.

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