Sostenibilità nei trasporti di merci e persone, neutralità tecnologica nell’immaginare gli scenari futuri e rapporto costi-benefici tra le varie strade intraprese o da intraprendere. Sono gli argomenti cardine su cui si è dibattuto durante il convegno ‘Stati generali della mobilità, gli scenari di oggi e di domani sul sistema Paese‘ promosso da Federmotorizzazione, Federazione nazionale aderente a Confcommercio-Mobilità, e tenutosi venerdì 23 febbraio nella sede di Confcommercio in corso Venezia a Milano.

STATI GENERALI DELLA MOBILITÀ

Molti gli interventi, tesi soprattutto a cercare di capire se e quando avverrà la transizione all’elettrico. E se, come conseguenza, il diesel verrà definitivamente giubilato. Detto che dalle numerose statistiche presentate appare chiaramente come entro i prossimi 15-20 anni non si potrà pensare di avere un parco circolante di veicoli elettrici consistente, Franco Fenoglio, nella sua veste di Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, ha spiegato come «nel settore del veicolo industriale si siano spesi milioni di euro in sostenibilità e che comunque è sbagliato demonizzare il diesel». Ha inoltre ribadito che un autotrasporto forte e competitivo è necessario al Paese. Ma che, purtroppo, nell’agenda politica non vi è traccia di un disegno per lo sviluppo del settore, nonostante dal 2008 al 2015 si siano persi circa 150 mila addetti.

Più strade percorribili per la mobilità del futuro

A sfatare alcuni miti ci ha pensato poi Claudio Spinaci, Presidente dell’Unione Petrolifera: «La CO2 non è un inquinante ma un clima alterante. E comunque l’Europa emette solo il 9 per cento della CO2 mondiale». Mettendo in chiaro come gli investimenti vadano fatti senz’altro, ma in rapporto ai benefici che si ottengono. Per non parlare poi delle polveri sottili che solo in minima parte provengono dallo scarico dei veicoli, tanto che solo con il lavaggio delle strade si otterrebbe l’abbattimento del 30-40 per cento del particolato.

Tutti i relatori, comunque, hanno concordato sulla necessità di avere neutralità tecnologica nelle scelte per la mobilità del futuro e che, molto probabilmente, se non ci saranno forzature legislative che non sembrano però avere fondamenti tecnici e scientifici, almeno per ora, assisteremo a un mix di tecnologie che vedrà i motori endotermici, e dunque il diesel, andare avanti ancora per molti anni e con evoluzioni molto interessanti.

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