60 anni di Autostrada del Sole: il cuore pulsante della mobilità
Costruita in soli otto anni, aperta al traffico nell’ottobre 1964, la A1 o Autosole che dir si voglia è l’asse portante delle rete stradale a pedaggio. E in 60 anni il traffico è aumentato del 460 per cento.

Piccolo viaggio nel tempo. L’invito è di chiudere gli occhi per un istante, riavvolgere il film della storia e provare a immaginare com’era e come, ad esempio, nell’Italia a cavallo tra gli Anni 50 e 60, quelli del grande boom, si muovevano le persone e le merci quando le arterie a pedaggio erano ancora una rarità: 520 chilometri nel 1950, a fronte dei 20 mila chilometri di strade statali, 43 mila scarsi di provinciali e poco meno di centomila di comunali.
Provate a immaginare cosa significava e quanto tempo richiedeva andare in auto da Milano a Bologna, o a Roma e nel Meridione: se non proprio un’odissea, certo un lungo e faticoso viaggio. Peraltro riservato ancora a pochi eletti, considerato che nel 1958 la diffusione dell’automobile è ancora limitata e non supera le 28 unità ogni mille abitanti.
Davvero un altro mondo, un’altra società, con altri ritmi. Un’epoca che non sono poi in molti a poter ricordare e raccontare, magari anche, nonostante tutto, con una punta di nostalgia.

L’Autostrada del Sole è il simbolo del boom economico
Ebbene, quel mondo, quell’Italia, cambia completamente nell’ottobre 1964. Il 4 di quel mese, nel giorno dedicato a San Francesco, patrono del Paese, alla presenza del presidente del Consiglio dei ministri, Aldo Moro, viene ufficialmente inaugurata l’Autostrada del Sole. Attraverso sei regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania) porta da Milano a Napoli passando per Bologna e Firenze e Roma. Non è la prima autostrada costruita (il primato spetta alla Milano-Laghi, realizzata nel 1924) ma è la più lunga: 760 chilometri.
Opera gigantesca, per l’esecuzione della quale, nel 1954, varato il Piano Romita (la legge 463 che in un decennio decuplicò le autostrade italiane), Eni, Fiat, Pirelli e Italcementi costituiscono la Sisi (Società iniziative strade italiane), alla quale è demandato il progetto di massima. La costruzione della ‘cerniera dello stivale’ viene affidata all’Iri, che a sua volta incarica la Società concessioni e costruzioni autostrade, oggi Aspi (Autostrade per l’Italia).
Anche dal punto di vista ingegneristico, si tratta di un’infrastruttura non certo priva di complessità, in particolare nel tratto appenninico tra Bologna e Firenze, dove oggi ad alleggerire il traffico sulla A1 contribuisce la Variante di valico (59 chilometri inaugurati a dicembre 2015), altra opera la cui realizzazione ha richiesto ben 33 anni, di cui 24 necessari per appianare gli ostacoli amministrativi, e 9 di lavori. Quasi 25 anni in più rispetto all’A1, meglio conosciuta come Autostrada del Sole o Autosole, forse meno come Regina viarium.
La posa della prima pietra reca infatti la data del 19 maggio 1956. Seguita, in sequenza, dal completamento e dall’apertura, nell’ordine, delle tratte Milano-Parma (8 dicembre 1958), Firenze-Bologna (3 dicembre 1960), Roma-Napoli (22 settembre 1962). Terminata la Chiusi-Orvieto, la consegna avviene dopo otto anni e quattro mesi dal primo colpo di piccone, al costo complessivo di 272 miliardi di lire e in anticipo di circa tre mesi sulla data prevista. Per la serie, accade anche in Italia.

L’autostrada che ha cambiato per sempre la mobilità
Ma l’Autostrada del Sole non è soltanto l’arteria a pedaggio più lunga d’Italia. Piuttosto, è la conferma dell’eccellenza ingegneristica del Paese, della sua capacità, come diremmo oggi, di fare sistema. Soprattutto, battezzata negli anni del boom economico, questa infrastruttura simboleggia in modo del tutto evidente la rinascita e il riscatto di un paese che non senza fatica intende lasciarsi alle spalle le devastazioni e le macerie della guerra.
In questo senso, il suo significato va oltre. L’autostrada che da Milano corre verso Napoli, in qualche modo unisce il paese da nord al sud come mai in passato, facendo riscoprire, o semplicemente scoprire agli italiani, le bellezze nostrane ma anche il significato della condivisione.
C’è addirittura chi attribuisce proprio all’Autosole, la nascita dei week-end, nei quali, complice l’affermarsi della motorizzazione di massa, gli italiani non esitano a imboccare l’autostrada per raggiungere con la famiglia le mete dove trascorrere ore di meritato relax prima di riprendere con l’inizio della settimana il lavoro.
Sì, l’Autostrada del Sole ha cambiato per sempre la mobilità, delle persone e delle merci, confermandosi un asset prezioso e strategico per il Paese. Due dati illuminanti al riguardo: in sessant’anni di servizio il traffico sull’A1 è cresciuto del 460 per cento, mentre nel solo 2023 su questa arteria ha viaggiato il 46 per cento del traffico merci dell’intera rete in gestione ad Aspi.
Oggi quella stessa rete è oggetto di un importante piano di rigenerazione che, spiegano in Aspi, “deve essere portato avanti garantendo la continuità dei flussi di traffico”. Obiettivo per traguardare il quale, la somma di investimenti e manutenzioni dall’anno 2020, stanziati per la sola tratta dell’Autostrada del Sole, è pari a circa 2,3 miliardi di euro.